Il cicloattivismo è quasi sempre legato ai movimenti di critical mass, radicati nelle grosse aree metropolitane. Qui il traffico motorizzato è un problema sentito dalla popolazione, così come lo sono le ricadute negative in termini di vivibilità dei luoghi, inquinamento, e violenza stradale.
Come si fa allora a fare cicloattivismo nei piccoli centri? Ce lo spiega Roberta dell’Associazione hub.MAT (Mobilità, Ambiente, Territorio) di Olbia.
Partendo dal caso del capoluogo gallurese, Roberta ci racconterà delle problematiche e delle potenzialità che si possono incontrare nel promuovere la mobilità alternativa in aree poco densamente popolate; problematiche e potenzialità che vanno molto al di là del caso specifico, e sono anzi comuni a tutte le aree che non afferiscono a una grande città metropolitana, come anche la nostra Trento.
Nonostante le difficoltà, hub.MAT ha incassato notevoli risultati: Olbia è stata tra le prime città italiane a introdurre le strade scolastiche e ha recentemente esteso il limite di 30 km/h a un’ampia parte del centro urbano.
In copertina: Via Nanni a Olbia, trasformata in strada scolastica grazie all’impegno dell’Associazione hub.MAT.
(foto: hub.MAT)