Nota in risposta alle esternazioni dei consiglieri comunali Pattini e Uez comparsa sul quotidiano L’Adige il 7 maggio 2020 con titolo “Pattini e Uez: «le piste ciclabili oggi non sono la priorit໓. La nota è stata ripresa dallo stesso quotidiano a pagina 17 nell’edizione del 9 maggio 2020.
In copertina: auto parcheggiata sul marciapiede in Via Torre Vanga. Questa è la normalità alla quale non vogliamo tornare.
I consiglieri di maggioranza Pattini e Uez continuano a fare strenua opposizione all’amministrazione di Trento. Questa volta il motivo della schizofrenia sono le piste ciclabili.
E già dalla scelta delle parole si capisce che Pattini e Uez hanno capito poco del “Piano di Azione Emergenziale della Mobilità” (PAEM) presentato da numerosi consiglieri di maggioranza. Partiamo da un fatto essenziale che potrebbe suonare sbalorditivo ai due esponenti autonomisti: la bicicletta è un mezzo di trasporto. Ma il PAEM non comprende solo misure a favore della ciclabilità urbana: è un insieme di misure emergenziali a bassissimo costo a favore della pedonalità, della ciclabilità e del trasporto pubblico, basato sugli esempi virtuosi di come moltissime città hanno affrontato il problema della mobilità ai tempi del CoViD-19. Ciclostile, la ciclofficina popolare del CS Bruno di Trento, si è impegnata già da metà aprile a promuovere anche in Italia questi modelli, formando e aderendo a cordate di Associazioni cicloattiviste e ambientaliste sia a livello nazionale che locale.
Le misure contenute nel PAEM sono infatti in gran parte frutto del confronto tra gli attivisti di Ciclostile e di altre associazioni cittadine con i consiglieri Brugnara e Zannini. Si tratta di misure essenziali per garantire i diritti alla salute e alla mobilità di chi vive o lavora a Trento, scongiurando l’invasione di decine di migliaia di automobili guidate dagli esuli del trasporto pubblico a capienza ridotta. Queste andrebbero a sommarsi alle già insostenibili oltre centomila vetture che ogni giorno entravano in città prima della pandemia, e che questa stessa amministrazione già nel 2010 affermava di voler ridurre fino al 40%.
Un Piano urbano della mobilita’, quello del 2010, rimasto lettera morta. L’epidemia di CoViD-19 sta presentando all’amministrazione il conto salatissimo della scarsa incisività di quest’ultimo decennio, esacerbato dalle divisioni e dall’opportunismo spregiudicato di parti della maggioranza, e in particolare del Patt. Non ci sorprende dunque il benaltrismo di cui più volte si sono resi protagonisti gli esponenti autonomisti. La polemica sulle piste ciclabili del PAEM è solo l’ultima dimostrazione della loro incapacità di avere una visione di sistema della città. Da settimane stiamo mettendo in guardia amministrazione e politica locali sull’impossibilità di rivitalizzare l’economia, rinsaldare il tessuto sociale e favorire l’accesso agli istituti scolastici se non si interverrà in maniera decisa e tempestiva per evitare la trasformazione della nostra città in un gigantesco ingorgo di automobili.
Seppure arrivata a nostro avviso in ritardo e con contenuti meno audaci di quelli che avremmo auspicato, accogliamo dunque con favore la mozione PAEM, e continuiamo la nostra collaborazione per una città a misura di persona.